Secondo un sondaggio effettuato dal settimanale britannico New Scientist, 86 adulti su 100 da bambini hanno creduto a Babbo Natale, cominciando ad avere dei dubbi intorno ai sei anni. Oggi, in un’epoca in cui praticamente i bambini sanno tutto, il mito di Babbo Natale resiste molto più a lungo, fino almeno ai dieci anni. Un paradosso? Non tanto, spiegano gli psicologi: quasi sempre, verso i nove anni i bambini sanno perfettamente che Babbo Natale non esiste, ma restano attaccati alla favola proprio per il timore di distruggere la propria infanzia e di entrare a far parte nel mondo degli adulti. Insomma: Babbo Natale resiste proprio perché in un mondo che obbliga i ragazzi a crescere presto, la sua favola è ancora un modo per sognare, almeno una volta all’anno. Quindi, avvertono sempre gli esperti, meglio evitare, senza sensi di colpa, la sincerità a tutti i costi. Con l’accortezza e la sensibilità di capire quando è venuto il momento giusto per dire la verità, confermando i loro sospetti.
Capire quando c’è ancora bisogno di sognare
Attenzione a come nostro figlio ci pone la domanda. Quando vuole essere assecondato nel suo credere a Babbo Natale, si rivolgerà a noi dicendo: «Vero che Babbo Natale esiste?». In questo caso, certamente è meglio proseguire nel confermargli che sì, Babbo Natale esiste. Significa che ha ancora bisogno di sognare, che non è ancora venuto il momento di privarlo dei suoi sogni.
Non negare davanti all’evidenza
Quando il bambino vuole sapere davvero come stanno le cose e non si accontenta di delucidazioni superficiali, mentire non è più possibile. Spesso tenta di metterci con le spalle al muro, magari dicendo la classica frase: «Ho visto che dentro l’armadio ci sono i regali». Il momento è arrivato, ed è proprio a questo punto che negare la sua scoperta ci farebbe sembrare subito dei genitori bugiardi e, quindi, poco affidabili.
Le parole per dirlo
Una volta intuito che nostro figlio è pronto, non bisogna liquidare il tutto con un: «Hai ragione, Babbo Natale non esiste, finalmente l’hai capito». Per quanto sia stato lui a insistere per avere una conferma definitiva, teniamo presente che si tratta sempre di un giro di boa, una tappa molto delicata nella sua crescita. Quindi, cerchiamo di rassicurarlo sul fatto che anche se la favola è finita, rimarrà comunque un bellissimo ricordo per lui. Non solo. Tutti i riti possono continuare anche se Babbo Natale non esiste. A partire dalla letterina: da mandare ai genitori, invece che al Polo Nord. E naturalmente la sorpresa dei doni sotto l’albero: è un momento comunque emozionante, anche se chi li ha portati non è sceso dal camino o ha viaggiato su una slitta tirata dalle renne.